La vita che si vede

Non senza legge mutano le cose
– o schiudono le rose –
nel loro ciclo di brevi o lunghi giorni.
E tutto esiste, passa, se ne va.
Di tutto non rimane che la meta:
è forse mio il fiore che strappo,
o della morte?
Maligna sorte delle ombre
che pure un giorno furono felici.
E anch’io lo fui.
Mi è accanto un soffio d’ansia,
un vuoto d’ora che persiste
amaro e nuovo.
Mi svesto della speranza
e accetto di non essere diverso dall’uguale.

Antonello Sollai

Antonello Sollai vive a Cagliari dove è nato nel 1968.
Scopre la vocazione poetica dopo i 40 anni e vi si dedica con studi autodidattici. Trova in Petrarca un modello assoluto di poesia, oltreché di inquietudine e turbamento. Stati d’animo a lui congeniali che riversa spesso nelle sue liriche. La vita che si vede è la sua prima silloge.