Camminare sul filo

Camminare sul filo dell’esistenza e della metrica. Rinunciare ad essere “coi piedi per terra” per poter guardare il mondo dall’alto, per interrogarci sull’ordine delle cose. Costringersi all’economia, a fare con poco, a disfare il molto già fatto. Camminare sul filo spinato del quotidiano, ogni mattina davanti allo specchio sul filo del rasoio. Provare a camminare afferrando il filo, per guidare i nostri passi fuori dal labirinto o forse per smarrirci meglio.

Sì (malgrado il tutto)
Si è sempre lì, tra vivere e morire,
a pregare e sguazzar nell’aldiquì,
a seguire il vento e tornare a dire
sì, sempre sì, e invece sì, sì, sì.

Matteo Straccia

Matteo Straccia ama camminare sul filo delle emozioni e correre in spiaggia alle sei del mattino, gli uomini senza qualità e quelli di buona volontà, Torino, i margini, le metamorfosi, i nudi di Modì, i fenicotteri, la puntualità, le mappe, le spine delle rose, l’odore del fieno, il colore bianco, il seme del sentire, Magrelli, il violoncello e gli uccelli che si perdono nel cielo per ritrovarsi nel cuore.