Dell’amore della verità

 

Riccardo Franzone con l’opera filosofica “Dell’Amore della Verità” vuole riattivare nel lettore la noesi, il ricordo della realtà. Per farlo usa le parole che però sono definizioni anche se nell’infinito non c’è spazio per il definito. Le parole non possono tradurre il pensiero, per questo l’autore le usa in modo metaforico, allegorico, con ironica assonanza analogica, come fossero veleni che dosati adeguatamente hanno la capacità di curare la memoria fino alla piena conoscenza. Sceglie la poetica che ha ilpotere discatenare emozioni forti, per condurre il lettore dal metaforico al metafisico e da lì mostrargli come tutto si fonde. Franzone afferma che siamo un sogno materiato dove l’energia illimitatamente interscambiata conserva l’informazione, eternandola, che l’infinito non ha spazio o tempo, che include tutto l’esistente e tutto è accaduto. L’amore, per l’autore, ha un ruolo essenziale perché è la via che porta al bene, l’unica che conduce alla saggezza. L’amore è materia, energia e luce oscura, non è percepibile con i sensi ma solo con l’intelletto. L’obiettivo dell’opera è togliere i veli che coprono la visione della realtà, fino alla completa disvelazione.

Riccardo Franzone nasce nel 1960 e vive in Sicilia, terra di miti. È stato sempre un precursore. Inizia gli studi che non aveva compiuto il quinto anno di età e consegue la licenza liceale a 17 anni. Sceglie e si iscrive come corso di laurea Filosofia ma l’incontro con quella che diventerà la sua musa ispiratrice, anche lei giovanissima, imprime una ulteriore accelerazione alla sua vita. Si sposa, ha un figlio, decide poco più che ventenne di fondare un’ industria di elettronica che diventerà,nei sui 40 anni di attività, un’ azienda multinazionale. Ma la sua passione per la filosofia non si è mai interrotta. Ha continuato i suoi studi e la sua ricerca, scrivendo opere filosofiche espresse in forma poetica.